È il 1950 e al Centro sperimentale di cinematografia di Roma sono in corso i provini per selezionare aspiranti attori e attrici. Su un ciak, accanto al nome del grande regista Zampa, se ne legge uno che ai più non dice nulla: quello di Scicolone Sofia. Improvvisamente, però, di fronte alla macchina da presa, compare un viso che ha fatto la storia del cinema: quello della Loren. È già spigliata di fronte all’obiettivo, ma, le sue battute, forse per la tensione, o forse per l’inesperienza, sono pronunciate una dietro l’altra, senza prendere fiato. Con quel provino, la Loren non riuscirà mai a entrare al CSC.
Questa è soltanto una delle tante chicche del documentario Interno giorno del regista Marco Santarelli, presentato a Locarno nella sezione Histoire(s) du cinéma, un viaggio nella settima arte e nei sogni di riscatto di tantissimi giovani, realizzato attraverso i provini di aspiranti attori e attrici che tentarono la strada della recitazione in una delle scuole di cinema più famose al mondo.
Accanto a giovani sconosciuti, provenienti da tutto il mondo, ci sono anche i grandi nomi della cultura italiana che passarono sotto le forche caudine del provino CSC, alcuni senza successo: Domenico Modugno, diplomato al CSC, Claudia Cardinale, Carla Gravina, Paolo Graziosi, che sembra un attore già fatto e finito, Carlo Cecchi, che sarà scartato ma finirà poi all’Accademia nazionale d’Arte drammatica, Paola Pitagora e Marco Bellocchio, soltanto per citarne alcuni.
Interno giorno è una testimonianza straordinaria sul potere di fascinazione del cinema nell’immediato dopoguerra, ma anche un documento eccezionale sulla storia della recitazione cinematografica.
Mattia Lento