Il debutto al lungometraggio di Maren Ade, Der Wald vor lauter Bäumen (2003), è un piccolo gioiello da riscoprire. L’opera prima della regista di Karlsruhe fa già sentire forte e chiara la voce di un autore in divenire, presentandoci uno studio di personaggio che non ha niente da invidiare a quel Vi presento Toni Erdmann che la portò al successo sbancando il festival di Cannes nel 2016.
Qui abbiamo Melanie – una Eva Löbau perfetta nel restituirci il disagio del ruolo –, professoressa di biologia che approda a metà anno accademico nelle aule turbolente di una scuola di Karlsruhe.
Il Baden-Württemberg non risulta molto ospitale per la giovane insegnante che, tra il trasloco in un nuovo appartamento dai colori pastello, la separazione dal boyfriend lasciato indietro dopo otto anni, le bizzarre figure dei nuovi colleghi, la cronica mancanza di amici e la ferocia dei ragazzini di fronte alla nuova docente, sembra in difficoltà a rifarsi una nuova vita.
Certo, il suo approccio non aiuta di certo, e anche una embrionale amicizia con Tina (Daniela Holtz), la vicina di casa invischiata in una relazione turbolenta, non riesce a sbloccare Melanie. Le sue disavventure ci restituiscono una commedia agrodolce, e ci si trova a parteggiare per la donna, quel tipo di persona a cui non sai se dare un consiglio dal cuore o una bella lavata di capo. Ma il finale sfreccia verso la poesia con un tocco di speranza leggero, come quello di un autore consumato e a suo agio nel piegare il cinema al suo sogno – e pensare che Maren Ade quando scrisse e girò questo piccolo grande film aveva solamente 26 anni.