Eternamente di corsa, stretto tra obblighi familiari e appuntamenti di lavoro, prigioniero di uno stato d’urgenza: così è ridotto Urs, il protagonista di Das freiwillige Jahr, medico di mezza età che sembra braccato tra i bisogni di un fratello alcolizzato, Falk, e una figlia adolescente, Jette, incerta sul proprio futuro. Ma sono i suoi familiari a reclamare la sua presenza oppure è lo stesso Urs a non poter far a meno di essere al centro delle loro esistenze?
Costruito come un dramma familiare, sostenuto dalle intense interpretazioni dei protagonisti, il film usa sapientemente il dispositivo cinematografico, trasformando le incombenze quotidiane in vere e proprie corse contro il tempo, in cui ogni istante ha un potere capitale. Le incertezze di una figlia adolescente, spinta dal padre a partire per un anno di volontariato in Sud America ma indecisa sul lasciare il proprio fidanzato con cui vorrebbe trascorrere una vacanza insieme, diventano la chiave per boicottare l’efficienza del padre, per il quale letteralmente ogni secondo è una vita salvata. Eppure quando sorge l’alba, dopo una giornata priva di riposo, si intravede un nuovo percorso che forse Urs sta schivando, preferendo portare avanti un’eterna danza – tra fughe e abbracci – con una figlia che può scegliere da sé la propria strada.
Das freiwillige Jahr di Ulrich Köhler e Henner Winckler è uno di quei film capaci di farci intuire qualcosa di più sulla nostra percezione della quotidianità, costringendoci a rallentare il ritmo per spalancare una breccia in noi stessi.