News · 14 | 08 | 2019
News · 14 | 08 | 2019
Cacciatori di fantasmi e spiriti di defunti che aleggiano, ipnosi e psichedelia, reincarnazioni e immagini che si destrutturano e si ricostruiscono in altro e altrove. Moving Ahead conferma la sua natura profondamente sperimentale soprattutto nella sfida costante alla grammatica visiva convenzionale con altri due lavori notevolissimi, Black Hole e Color-blind. Il primo entra a gamba tesa nel buco nero delle nostre coscienze e delle nostre paure in 69 minuti che analizzano il negativo del nostro animo – inteso come lato oscuro ma anche come impressione fotografica primigenia – e lo portano sullo schermo imponendoci di confrontarci col rimosso di un paese, un rimosso intimo e collettivo. Emmanuel Grimaud e Arnaud Deshayes compiono questo viaggio partendo da un’ipnoterapeuta che indaga le reincarnazioni dei propri pazienti: altri fantasmi, altre impalpabili ma invadenti presenze. Indagine di colori e di visioni è anche Color-blind, che nella tradizione di Ben Russell, sempre provocatorio e irriverente nei confronti del genere del documentario etnografico, percorre le Isole Marchesi in modo non lineare, per impressioni (ancora un richiamo alla pellicola, alle sue sovraesposizioni, alle immagini che ne nascondono altre e ne generano altre ancora) che dapprima utilizzano lo stile di Gauguin, poi si infila nell’immaginario di Taggart e infine, quasi a voler dialogare con Black Hole, cerca in ricordi fosforescenti l’eredità e l’essenza degli spiriti dei morti, facendoci pensare, con crudele lucidità e creatività feroce, agli esperimenti nucleari francesi. E cos’è il cinema, da sempre, se non un dare vita ai nostri fantasmi?