“Fare un film è come apparecchiare una tavola”.
Un rito in cui si mescolano molti elementi e ingredienti, come dimostra Samuel Barbosa, stretto collaboratore per anni di Paulo Soares da Rocha. È lui il regista che imbandisce l’evocativo documentario A Távola de Rocha.
Il film racconta il percorso di vita e artistico di uno dei maestri del cinema portoghese della seconda metà del Novecento.
Rocha si smarcò dalla volontà del padre, che voleva mettesse a frutto la sua laurea in giurisprudenza nella natia Porto, caricando di valige e, soprattutto, di libri la sua modesta utilitaria per inseguire il sogno del cinema a Parigi, dove divenne presto uno dei migliori allievi del prestigioso IDHEC.
Assistente di Jean Renoir, tornò poi in patria per collaborare con Manoel De Oliveira. Barbosa alterna il racconto biografico di Paulo Soares da Rocha con un viaggio in Giappone alla ricerca dei luoghi, degli incontri, ma soprattutto delle suggestioni artistiche di un regista che amò visceralmente il paese asiatico e la sua cultura, al punto di vivere a Tokyo per dieci anni.
Un viaggio evocativo, malinconico e imbevuto di saudade. Un omaggio all’autore scomparso nel 2012, che Barbosa continua a ritrovare nei suoi film, “così personali e intimi”.
Mauro Donzelli