Marsiglia, tra l’acqua e la pietra. Due amiche, Lise e Lola, sono affiatate come possono esserlo solo delle diciottenni, durante l’estate della maturità e delle possibilità, tra l’infanzia e l’età adulta. Si sentono immortali, invincibili ed eterne. Ma alla fine di una giornata in spiaggia, Lola va a nuotare e non torna. Lise deve ora convivere con questa assenza.
Con il suo primo lungometraggio, L'Eté l'éternité, Emilie Aussel continua a esplorare quest’età importante per i rapporti di gruppo e individuali, come ha già fatto nei suoi meravigliosi cortometraggi Petite Blonde e Do You Believe in Rapture? (entrambi 2013). Descrive con grande precisione, dolcezza e maturità gli ideali di questi personaggi che vogliono fissare nel tempo il momento perfetto e mantenerlo intatto. La perfezione sembra essere nell’istante, e ciò consente l’eternità.
Alternando scene coreografate di vita che mostrano diverse energie individuali nella stessa inquadratura con toccanti testimonianze che guardano in macchina e si rivolgono agli assenti, la giovane regista ci invita, grazie ai suoi magnifici attori, trasudanti sincerità e naturalezza, a raggiungere una certa saggezza espressa da uno dei personaggi: “Tutti se ne vanno in questo mondo, solo i muri rimangono”.
Mathilde Henrot