Attento a cosa desideri, potrebbe avverarsi. Specialmente se soggiorni a Juju! Questo avvertimento arriva dai tre registi nigeriani the hanno formato il collettivo cinematografico Surreal16 cinque anni fa, ognuno di loro ha realizzato un capitolo di Juju Stories.
Michael Omonua sorride alle vecchie fantasie romantiche in Love Potion. Abba T. Makama evita il realismo in Yam, dove la magia tradizionale tramuta le persone in…Yams!. C.J. “Fiery” Obasi propone invece il disturbante Suffer the Witch. Tutti e tre raccontano di figure giovani, moderne e urbane che, volenti o nolenti, hanno le proprie vite sconvolte dalle forze soprannaturali di Juju.
Il film è molto più che tre cortometraggi. È anche una dichiarazione di un gruppo di artisti che promuove la produzione di cinema nigeriano fuori da Nollywood, aspirando a promuovere “film di genere come fantasy, fantascienza, horror, crime-movie e insieme spingere e promuovere progetti più indirizzati all’arte.” Hanno anche pubblicato un delizioso manifesto che parla molto della loro stanchezza: le prime due regole proibiscono commedie slapstick e film di matrimoni e un’altra proibisce “inquadrature del ponte Lekki”. Più interessante ancora è ciò che dice riguardo a quello che vogliono vedere nel cinema nigeriano. E che hanno già applicato in Vision di 19 minuti, nel 2017 (disponibile online), e di certo in Juju Stories: una prospettiva africana, elementi di surrealismo (ma niente stregoni che sembrano cliché, per favore!) e, cosa più importante, “la ricerca per ognuno di loro di una voce unica e personale”.
Pamela Biénzobas