Canada, 1987. C’è una nuova presenza tra i ragazzini in città. Mentre Robin entra in classe, tra gli studenti si mormora, poi scatta la domanda: «Sei maschio o femmina?». La new entry lascia il quesito in sospeso e non risponde. L’adolescenza è il punto di vista dal quale si può già vedere tutto: tutti i pregiudizi dell’età adulta, i meccanismi crudeli di inclusione/esclusione, e anche i prodromi della mascolinità tossica. Nella scuola di Robin, come in ogni altra scuola, tutti i gruppi sono rappresentati, come versioni preliminari dei gruppi sociali più ampi che scopriranno più tardi nella vita: gli individui cool, e i perdenti in fondo alla piramide sociale. Si capisce abbastanza in fretta a quale categoria si appartiene, la domanda è come rapportarsi con gli altri. Ed ecco che Robin – che oggi definiremmo persona non-binaria, ma all’epoca quei termini non erano ancora di uso comune – forgia un legame complicato con Carter, il bullo della scuola. Bisogna fare delle scelte, e dei messaggi ambigui sono inviati e ricevuti: si creano aspettative, frustrazioni, e consapevolezza. Before I Change My Mind è il primo lungometraggio di Trevor Anderson, ed è per lo più in linea con l’attuale weird wave canadese che – da Prank (2016) di Vincent Biron a The Twentieth Century (2019) di Matthew Rankin – sceglie soluzioni idiosincratiche per esplorare argomenti sociali, storici ed esistenziali. È un film colorato, intriso di atmosfera anni Ottanta, un ibrido di coming of age in ottica LGBTQ+ e commedia liceale (con in più una sorprendente componente musicale). Inoltre, è un film che mostra un incredibile lavoro di casting, con ogni interprete scelto in modo significativo, a cominciare dal giovane volto principale Vaughan Murrae, che illumina il lungometraggio con sguardo autenticamente magnetico. Ma dietro questa superficie luminosa c’è una sentita dichiarazione emotiva di Anderson, che esplora il proprio rapporto complesso con il genere tramite la storia di Robin. La cosa più interessante è che la sceneggiatura, scritta a quattro mani da Anderson e Fish Griwkowsky, evita volutamente tutti i pronomi di genere per descrivere il personaggio principale. Nessuno usa il maschile, il femminile, o il neutro per definire Robin. Dato che Robin non sa ancora come autodefinirsi, gli autori hanno deciso a priori di non assegnare al personaggio il genere sbagliato. È solo un esempio di come Before I Change My Mind funzioni come film di grande intelligenza e sensibilità. Gli autori vogliono che Robin sia libero, e non spetta a qualche marchio prestabilito capire il mondo.
Eddie Bertozzi
Curiosità
Nel cast, nel ruolo di Daniel, compare il regista sperimentale canadese Matthew Rankin, autore del pluripremiato e surreale The Twentieth Century (2019).