Alberto Lattuada
Alberto Lattuada, regista, sceneggiatore, produttore italiano, figlio del compositore Felice Lattuada, nasce a Milano il 13 novembre 1914. Nel capoluogo lombardo si laurea in architettura, anche se ben presto il suo interesse vira verso la fotografia e il cinema. Dopo aver sperimentato il ruolo di critico, esordisce dietro la macchina da presa nel 1943 con Giacomo l'idealista, e nell'immediato dopoguerra si avvicina al neorealismo con Il bandito (1946), interpretato da Carla Del Poggio, che diverrà sua moglie, dimostrando in un primo tempo un’adesione del tutto personale a questo movimento, aperta alle contaminazioni e alle influenze del cinema di genere hollywoodiano, con una particolare predilezione per il poliziesco e il mélo, come testimonia il successivo Senza pietà (1948). Allo stesso tempo, anche nelle molte opere di matrice letteraria come Il mulino del Po (1949), Lattuada ha saputo imprimere quell’attenzione all’individuo e alle sue connotazioni sociali che trascende dalla sensibilità neorealista. Negli anni Cinquanta, dopo la co-regia di Luci del varietà (1950) con Federico Fellini, il suo sguardo si è fatto più disincantato e attento all’umanità umiliata dalle dinamiche economiche di quegli stessi anni, tratteggiata con precisione in Il cappotto (1952), La spiaggia (1953) e Mafioso (1962). Allo stesso tempo si è aperto anche al vitalismo e alla sensualità come scoperta di sé che caratterizza le protagoniste di Anna (1951), Guendalina (1957) e Dolci inganni (1960).
Scopritore di molte giovani attrici, tra cui Catherine Spaak (Dolci inganni, 1960) e Nastassja Kinski (Così come sei, 1978), con i suoi film successivi interpreta lo spirito dell’Italia degli anni Settanta e Ottanta: sono celebri le collaborazioni con Ugo Tognazzi (Venga a prendere il caffè... da noi, 1970), Renato Pozzetto (Oh, Serafina!, 1976) e Virna Lisi (La cicala, 1980).
La capacità di rinnovarsi con costante freschezza creativa ha portato Lattuada a mettere in scena altri adattamenti letterari, a solcare i territori della satira di costume, del giallo, del film di guerra, fino agli sceneggiati e ai film per la TV, come Cristoforo Colombo (1985) e l’ultimo lavoro, Mano rubata (1989). Nel 1998 dona tutti i suoi materiali d'archivio alla Fondazione Cineteca Italiana di Milano, che aveva contribuito a fondare nel 1947, mentre Carla Del Poggio dona il suo archivio alla Cineteca di Bologna. Lattuada muore il 3 luglio 2005 nella sua casa di Orvieto.
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