A Flower in the Mouth
di Eric Baudelaire
Svizzera/Francia
Produzione
Kunst Halle Sankt Gallen: Giovanni Carmine
Les films du Worso: Eric Baudelaire
di Eric Baudelaire
Svizzera/Francia
Produzione
Kunst Halle Sankt Gallen: Giovanni Carmine
Les films du Worso: Eric Baudelaire
Un dittico che combina l’esplorazione documentaristica del più grande mercato dei fiori del mondo con un’opera scritta da Pirandello subito dopo l’epidemia di influenza “spagnola”. Questo nuovo progetto ibrido di Eric Baudelaire, le cui riprese sono state lasciate a metà a causa del Coronavirus, vede la malattia come “metafora dell’impatto dell’uomo sul pianeta, causa di bellezza e distruzione.
– Antoine Thirion, Comitato di selezione
Kǒng bù fèn zǐ (The Terrorizers, 1986), di Edward Yang, termina con una donna che si gira a dare le spalle al proprio compagno di letto e vomita. Non proprio, a dire il vero: i titoli di coda partono prima che si veda il vomito in sé. Si sente solo il suono del conato, e poi arrivano i titoli. È uno dei miei finali preferiti. È anche uno dei miei titoli di film preferiti (specialmente per via del suo misterioso plurale, perché non tutti i protagonisti del film rientrano nella categoria dei «terrorizzatori»). Il film è un ritratto non lineare, frammentato, dell’artista proiettato sul paesaggio di Taipei. L’artista è una romanziera che cerca la propria voce, un fotografo che pedina una musa riluttante, un’adolescente che affina le sue doti di truffatrice. Questi e altri personaggi saltano dentro semplici, essenziali, spesso frontali riprese di strade ed edifici della città che vanno a formare un mosaico architettonico splendidamente poetico e politicamente acuto. Pochi film sono in grado di creare il loro mondo con una tale economia di mezzi: un modo di inquadrare, qualche scarna ed eccezionale disavventura personale e uno sguardo a vari codici e generi (il poliziesco, il film sentimentale, il fotoromanzo). Ci sono film che guardi una volta e non dimentichi più. La forza di questo film lavora misteriosamente in modo opposto, su di me: ogni volta che lo vedo ne dimentico tutti i dettagli e ricordo solo quanto mi è piaciuto. Quando lo rivedo, così, il piacere della scoperta rimane intatto. Un’ode alla complessa semplicità.
– Eric Baudelaire