Petite Solange
di Axelle Ropert
Francia
Produzione
Aurora Films: Charlotte Vincent
di Axelle Ropert
Francia
Produzione
Aurora Films: Charlotte Vincent
Axelle Ropert, specialista in commedie pungenti velate di melanconia contemporanea, stava girando questo film ad alto contenuto emotivo in cui una giovane si trova ad affrontare il divorzio dei genitori, quando le riprese sono state interrotte. La situazione è particolarmente impellente, dato che la giovane star attraversa un’età segnata da rapidi cambiamenti fisici.
– Nicholas Elliott, Comitato di selezione
Durante questa primavera 2020 così particolare, i soli film che ho guardato sono stati quelli che non avevano alcun rapporto con quello che succedeva nel mondo – né film catastrofici, né film di guerra, né film «drammatici». Solo i film che non «servono a niente» brillavano nella notte, quelli quindi senza alcun soggetto storico o sociale, senza alcun «messaggio», senza alcuna urgenza particolare che ne giustificassero l’esistenza. Datemi un film «superfluo» e nient’altro, per favore.
Metropolitan (1990) appartiene a questa categoria, e in maniera esponenziale, poiché è una commedia mondana – il genere «superfluo» per eccellenza – che avremmo davvero difficoltà a difendere nel momento in cui dovessimo provare la necessità di un’opera d’arte. Nella New York dei bei quartieri alla fine degli anni Ottanta, alcuni giovani, belli e «nati con la camicia», blaterano tutto il giorno, spendono senza pensarci, e vivono senza vergogna nella loro bolla dorata. È un film che «incanta», che riempie di agio per la sua lucentezza: velocità frenetica dei dialoghi, bellezza delle ragazze, comicità esasperante dei ragazzi – non potrete resistere a Chris Eigeman, il Jean-Pierre Léaud di Whit Stillman. Ma è anche un film che «rapisce», prolungando così quella nobile missione che una certa Hollywood classica si era assegnata. Perché la scelta di un film «superfluo» in questo momento di difficoltà? Né oppio dei popoli, né diversivo, né politica dello struzzo, questo film permette «il salto fuori dalla pesante contingenza della vita»: sottrazione alle ingiunzioni tiranneggianti del reale, celebrazione del corso delle cose, e vocazione della parabola artistica verso e contro tutto, fiera e testarda. Conclusa la visione, torneremo sulla terra, più leggeri – e più forti.
– Axelle Ropert