News  ·  01 | 08 | 2018

Gli occhi rivolti al domani

Sebbene molta attenzione sia dedicata ai lungometraggi che passano nelle varie sezioni, il Locarno Festival ha anche un lungo e fruttuoso rapporto con i cortometraggi, in particolare nei due concorsi della sezione Pardi di domani, dove vengono mostrate opere internazionali e svizzere. Come il Festival stesso, la sezione è variegata, come spiega il selezionatore Gonzalo De Pedro Amatria: “Facciamo parte di Locarno, quindi ci piace rischiare e dare uno spazio a registi coraggiosi, ma c’è un’offerta più ampia di titoli per ogni tipo di pubblico.” I corti sono generalmente considerati “inferiori” ai lunghi, un luogo comune che Locarno continua a smentire. “La lunghezza non ci interessa”, dice De Pedro. “C’è un film di 14 ore nel concorso principale, il più lungo nella storia del Festival, ma per noi hanno tutti la stessa importanza. D’altronde ci sono registi che lavorano proprio sul cortometraggio come mezzo espressivo a sé, e non come un allenamento per passare al lungometraggio. Penso che alcuni dei migliori film dell’anno, in generale, facciano parte del programma dei corti.” Il Concorso internazionale di quest’anno vanta titoli provenienti da paesi come la Francia, il Portogallo, la Svezia, il Canada, Israele, la Norvegia, la Russia, la Cina e il Venezuela, e il menù include misteri surreali, corride, un tutorial di yoga su YouTube, strane modalità di coabitazione, una festa di compleanno che si fa agrodolce, e molto altro.

Il Concorso nazionale è composto da tredici film che, stando Bruno Quiblier, anch’egli selezionatore, “mettono in mostra tutta la gamma del talento svizzero.” Alcuni dei giovani cineasti selezionati tornano a Locarno: Jela Hasler racconta il futuro incerto della Francia che elegge un nuovo presidente in Le Sens de la marche; Tommaso Donati parla di solitudine tramite il ritratto di un’utopia italiana in Monte Amiata; il nuovo film d’animazione di Delia Hess, Circuit, è il racconto poeticamente surreale di un piccolo ecosistema; Abigaïl conferma l’affinità tra Magdalena Froger e la narrazione minimalista e ricca di atmosfera; e Los que Desean di Elena López Riera ci mostra un’insolita tradizione spagnola, dove i piccioni simboleggiano il patriarcato. Come sempre, la selezione evidenzia anche la nuova ondata di registi provenienti dalle principali scuole di cinema in Svizzera: l’ECAL di Losanna, la HEAD di Ginevra e la HSLU di Lucerna sono tutte rappresentate direttamente, mentre altri cineasti muovono i primi passi fuori dai rispettivi percorsi accademici. Partecipa anche la SRF, ramo germanofono della SRG SSR, con due corti, tra cui Selfies di Claudius Gentinetta, il muto (auto)ritratto dell’esistenza umana odierna che è divertente e disturbante in egual misura. Naturalmente, Bruno Quiblier ha un consiglio speciale per coloro che pensano di assistere alla proiezione: “Niente selfie!”

Da  quest’anno  sul  sito  del  Festival  è  presente  una  rubrica  informativa  sulla  sezione  Pardi  di  domani.  Ogni  giorno  la  commissione  di  selezione  racconterà  gli  highlights  relativi  ai  cortometraggi  della  giornata.