News  ·  08 | 08 | 2018

Il giro della Svizzera in dieci film

Panorama Suisse

Ogni anno il Locarno Festival propone il meglio della produzione svizzera recente tramite la sezione Panorama Suisse, a cura di rappresentanti delle Giornate di Soletta, dell’Accademia del Cinema Svizzero e di SWISS FILMS. “Non siamo una giuria”, spiega Catherine Ann Berger, direttrice di SWISS FILMS. “Siamo un comitato che sceglie da un’ampia gamma di film che hanno già dimostrato le loro qualità presso il pubblico e le giurie”. La selezione del 2018 comprende dieci film, tutti ben accolti dagli spettatori sia in Svizzera (Soletta, Visions du Réel) che all’estero (Berlino, Cannes). Un buon mix di documentari e film di finzione, con veterani acclamati come Markus Imhoof e Christian Frei che dividono la scena con talenti emergenti: Blue My Mind di Lisa Brühlmann, dopo l’esordio a San Sebastián undici mesi fa, ha conquistato il pubblico con il suo miscuglio di turbe adolescenziali, body horror e urban fantasy, arrivando a vincere tre Premi del Cinema Svizzero (miglior film, migliore attrice e migliore sceneggiatura), mentre Chris the Swiss di Anja Kofmel ha colpito gli avventori di festival con la sua miscela di documentario e animazione, usati dalla regista per tentare di scoprire cosa sia successo a suo cugino, ucciso in Croazia nel 1992. Presenti anche Germinal Roaux, la cui opera seconda Fortuna ha vinto due premi alla Berlinale, e Marcel Gisler, che unisce amore e calcio nel dramma sportivo gay Mario.

La selezione dei documentari include il ritorno di Fernand Melgar, presenza regolare a Locarno dal 2000. Il suo nuovo film À l’école des Philosophes è una deviazione dalle sue recenti esplorazioni del destino dei migranti in Svizzera: si parla delle prime esperienze scolastiche di un gruppo di bambini affetti da handicap mentali. La migrazione è invece al centro di Eldorado, abbinamento dolorosamente personale del passato di Markus Imhoof e delle questioni odierne sui rifugiati, nonché candidato svizzero per la prossima corsa agli Oscar. Christian Frei torna con Genesis 2.0, co-diretto con Maxim Arbugaev, sguardo approfondito sui progressi nel campo della genetica, mentre Stéphanie Chuat e Véronique Reymond osservano le vite quotidiane di cinque donne sessantenni ne Les Dames. Una ricerca ossessiva è al centro di Where Are You, João Gilberto? di Georges Gachot, e poi c’è il futuro del giornalismo in Die Vierte Gewalt di Dieter Fahrer, analisi delle politiche editoriali elvetiche e delle strategie di sopravvivenza in un ambiente che ha rischiato di essere danneggiato in modo irreversibile dall’iniziativa “No Billag”. La piattaforma locarnese porterà al successo su tutto il territorio nazionale? “Negli anni scorsi abbiamo avuto film provenienti dalla Svizzera tedesca che grazie a Panorama Suisse hanno trovato un pubblico in Svizzera francese, e viceversa”, dice Berger. “I festival sono dei luoghi meravigliosi per conoscere le varie sfaccettature della nostra società”.