Tuffarsi nella vita notturna di Zurigo con un solo obiettivo: rimanere incinta. Si muove così, su una chiave ironica e paradossale, il primo lungometraggio della regista zurighese Natascha Beller, Die fruchtbaren Jahre sind vorbei. Lo spartito di una commedia che in pieno stile Crazy Midnight affronta le ansie di giovani donne, prossime a quella sorta di “data di scadenza” sociale che è la fatidica soglia dei 35 anni per chi ancora non ha figli. Il tutto shakerato però all’interno di una girandola imbizzita di situazioni provocatorie che sembra trapiantare lo spirito effervescente e gioiosamente demenziale di tante commedie americane in terra svizzera. Là dove il peso delle pressioni sociali e la ricerca spasmodica di maternità diventano il pretesto per un’esplosione di schegge umoristiche. Tra stanze che si riempiono di orologi ossessivi e comparse improvvise di cori di donne, il montaggio a schiaffo ci porta in un tic tac grottesco che apre le immagini attraverso incursioni surreali. Come i tanti bambini immaginari con cui dialoga la protagonista Leila (Michèle Rohrbach) ogni volta che incontra i tanti possibili padri, proprio mentre la sorella Amanda (Sarah Hostettler) percorre un destino opposto: quello di vivere la gravidanza e la nascita di un figlio come un intralcio alla carriera. Sono gli effetti collaterali della ricerca di una fecondazione che funziona in stile videogame, trapuntando il film con brandelli di citazioni che fanno il verso, di volta in volta, ai cliché del genere: dal western all’horror su su fino alla commedia romantica.