Metti un iraniano in Basilicata... Se poi quell'iraniano è Mohsen Makhmalbaf, uno dei più grandi cineasti del suo Paese, il risultato è Marghe and Her Mother, penultima sorpresa firmata Lili Hinstin di questo Locarno 2020. Un film italiano, per lingua, tratti e orizzonte, costruito con la sapienza cinematografica di un Maestro a cui, nel linguaggio del cinema, non serve una sola parola in più dell'essenziale per raccontare una delle sue storie. L'ultima, presentata a Locarno in anteprima europea.
Quest’anteprima europea di Marghe and Her Mother segna l’inatteso e delizioso ritorno del grande regista iraniano Mohsen Makhmalbaf dietro la macchina da presa. Makhmalbaf ci coglie di sorpresa, invitandoci in Italia meridionale per seguire le avventure di una bambina di sei anni, Marghe, e della madre operaia single, Claudia. Sotto il sole che splende sui paesini italiani, Makhmalbaf stabilisce un parallelismo fra il destarsi della coscienza del mondo da parte della bimba e i tentativi sempre più ingegnosi da parte della madre di riuscire a mettere il cibo in tavola, intrecciando le svolte della sua narrazione a un generoso senso dell’umorismo. Ma la cosa più straordinaria è che Makhmalbaf ha raggiunto quel livello di maestria stilistica di un pittore che restituisce il mondo intero con una singola pennellata: giunge al cuore della questione in tre inquadrature o in un singolo movimento di macchina, toccando un livello di precisione, purezza e astrazione che ci ricorda le opere del tardo Chabrol. Il risultato è un film allo stesso tempo sensuale e comico, a volte enigmatico, ma sempre ancorato alla singolare visione del regista. Mentre Marghe and Her Mother segna una svolta significativa rispetto a Gabbeh o a Noon-O-Goldoon (A Moment of Innocence, in programma nel nostro Un viaggio nella storia del Festival), ovvero i film che lo hanno reso famoso in tutto il mondo negli anni Novanta, gli ammiratori del suo cinema vi riconosceranno il modo di rapportarsi con gli attori, che permette alle loro vere identità di emergere in superficie, creando ritratti complessi di persone normali. In questo senso, la caratterizzazione della piccola Marghe è una delle rappresentazioni dell’età infantile più vivificanti che si siano viste sul grande schermo da molti anni.
Lili Hinstin