Protagonista, regista, produttore, sceneggiatore, montatore e co-direttore della fotografia. Tutte mansioni ricoperte dal filippino Kidlat Tahimik per il suo primo lungometraggio, Mababangong Bangungot (Perfumed Nightmare), presentato alla 30ma edizione del Locarno Film Festival dopo aver già conquistato tre premi alla Berlinale, dove debuttò nella sezione Forum. Un risultato notevole per un cineasta quasi interamente alle prime armi, con una sola esperienza in quanto attore ne L’enigma di Kaspar Hauser di Werner Herzog prima di tentare la strada del lungometraggio con brio e humour surreale (Herzog fu poi fondamentale, insieme a Francis Ford Coppola, per la distribuzione americana del film). Tahimik interpreta Kidlat, un autista di jeep che sogna di viaggiare nello spazio e si fa sedurre dal fascino dell’Occidente, salvo poi ricredersi dopo essere arrivato a Parigi. Una storia in parte autobiografica – il regista è cresciuto vicino a delle basi militari statunitensi – che sullo schermo diventa una spassosa riflessione sullo spaesamento e sul contrasto tra aspettative e realtà, gestita con mano sicura da un autore che non cede sotto il peso dell’ambizione di un’opera prima che, come il suo protagonista, non esita a sognare in grande. Il tipo di sogno che, nel 2018, gli è valso il riconoscimento da parte dell’Ordine degli Artisti Nazionali delle Filippine, la più importante onorificenza culturale del suo paese.