Se il primo Terminator ha ridefinito il cinema d’azione con la sua ambizione per nulla inibita dal budget ridotto, il sequel, arrivato sette anni dopo, ha riscritto i canoni del genere puntando in alto: primo film statunitense con un budget da 100 milioni di dollari, e con un lavoro epocale per quanto riguarda le immagini digitali, impiegate su larga scala per creare tutti i momenti cult con protagonista il temibile T-1000, nuovo avversario contrapposto al cyborg di Schwarzenegger, reinventato come eroe che non può uccidere nessuno.
Da lì in poi, tra il 2003 e il 2019, la saga ha giocato con i paradossi temporali e le realtà alternative, affidandosi nuovamente a James Cameron per il soggetto e la produzione di Terminator: Destino oscuro (Gale Anne Hurd è rimasta come produttrice esecutiva fino al terzo capitolo).
E poi, per due stagioni, Terminator: The Sarah Connor Chronicles (2008-2009), la declinazione televisiva che per prima ha restituito il ruolo centrale alla vera anima del franchise: Sarah Connor.
Max Borg