Nella rete abbiamo rischiato di restarci. Per diciotto mesi, fra lockdown incrociati e telelavoro, ci siamo interfacciati con il resto del mondo attraverso lo schermo dei nostri computer. Nel suo nuovo film, Mamoru Hosoda, il nostro Locarno Kids Award, ci racconta di una bambina che nella rete diventa un’altra persona. Il maestro nipponico mette in scena un mondo nel quale i confini fra realtà e rete sono sempre più evanescenti. Attraverso il suo tocco unico, il realismo quotidiano s’intreccia con la poesia fantasy più emozionante. Belle, oggi, ci sembra il film più giusto per interpretare la relazione che ci lega alle nostre articolazioni tecnologiche perché siamo tutti un po’ bambini che devono imparare a distinguere il vero dal falso. E lo schermo di Piazza Grande è senz’altro il luogo migliore per riflettere sulle immagini contemporanee. E, d’altronde, solo Locarno poteva presentare un film di un regista il cui lavoro principale è portiere della nazionale di calcio islandese! Come dire che c’è più cinema fra il cielo, la terra e la rete di quanto la nostra filosofia possa contemplare.
Giona A. Nazzaro
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