È lunedì. Esiste forse un modo migliore per iniziare la settimana se non quello di assistere alla proiezione di cinque nuovi film del programma di Pardi di Domani?
Personalmente, ne dubito. Anche perché questi vi accompagneranno in un viaggio tra le strade buie di città assai diverse tra loro, lungo i vertiginosi binari della ferrovia, all’inseguimento di una luce che vi possa far svegliare da sogni divenuti purtroppo incubi.
Alla scoperta di quelle emozioni che ci fanno essere ancora degli esseri umani.
Il duo artistico composto da Ivete Lucas e Patrick Bresnan forma uno dei sodalizi artistici più interessanti del cinema contemporaneo documentario.
I loro precedenti cortometraggi sono stati presentati in prima mondiale in rinomati festival – tra cui Berlino, Cannes e Toronto.
Pahokee, il loro primo lungometraggio documentario, dopo l’esordio a Sundance nel 2019, è stato successivamente selezionato in più di 30 festival, tra cui Visions du Réel in Svizzera.
Happiness is a Journey continua il loro dialogo artistico, volto ad esplorare gli aspetti più quotidiani, ma al contempo invisibili della società americana, specialmente quella più popolare e povera.
Utilizzando un peculiare doppio punto di vista, Lucas e Bresnan raccontano la routine di Bear. Da ventun'anni, senza un giorno di pausa, consegna i giornali all’interno del suo quartiere.
Lo spettatore intraprende un viaggio assieme a lui, alla scoperta della notte, in una piccola porzione di Austin, Texas.
Un film che fonde con grazia l’umano e il politico.
Atrapaluz di Kim Torres è uno dei film più affascinanti e al contempo misteriosi che compongono la selezione dei Pardi di Domani.
Una pellicola che lascia spazio interpretativo allo spettatore, ma che, al contempo, gioca con alcuni archetipi letterari e cinematografici.
Seguendo una luce che la guida, Lila, un’adolescente con evidenti problemi legati all’autostima, si addentra in un mondo sotterraneo, alla scoperta di un essere che le rivelerà qualcosa di sé stessa.
Mischiando elementi fantascientifici con altri legati più al cinema verità, Torres riesce a creare un universo in cui la sospensione di realtà e l’elemento post-umano divengono l’unico modo credibile per risolvere l’angoscia adolescenziale e il passaggio alla vita adulta della protagonista.
Girato ed interpretato in modo eccellente, ciò che colpisce di più del film sono senza dubbio le immagini, capaci di riflettere l’estasi della stessa protagonista attraverso la loro brillantezza, vividezza e ricchezza di colori. Puro cinema.
Cavales di Juliette Riccaboni riporta la regista, in competizione nel Concorso nazionale di cortometraggi, tre anni dopo Les Iles de Brissogne.
Il suo ultimo cortometraggio ripropone una tematica apparentemente cara alla cineasta, quella dei rapporti familiari.
Quest’opera ha la capacità di fondere il reale con l’onirico in modo mai scontato e cinematograficamente assai convincente.
Il lavoro della regista è supportato anche da un cast di attori, in particolar modo i più giovani, che riesce a trasmettere una palette di emozioni assai complesse attraverso una recitazione a levare e mai fuori posto.
Cavales, sebbene possa apparire all’inizio come una storia leggera tra un fratello e una sorella, in realtà affronta traumi nascosti e non detti che, affondando nel subconscio e nei sogni del protagonista, quest’ultimo è costretto ad affrontare.
Una pellicola che può essere letta come una catarsi terapeutica di un rimosso che si fa nuovamente vivo e che si fa universale, narrando una condizione comune a molti.
Il secondo film come regista di Kilian Vilim, Mr. Pete & the Iron Horse, è anche l’unica animazione che fa parte del concorso svizzero di Pardi di Domani.
Mr. Pete & the Iron Horse è realizzato dalla bernese YK Animation Studio, casa di produzione che vanta selezioni ad importanti festival cinematografici con precedenti cortometraggi.
Il film sorprende sotto molti punti di vista. All’apparenza, è una commedia slapstick, divertente e assurda, che non ha paura di richiamarsi ai classici dell’animazione come Steamboat Willie di Walt Disney e Ub Iwerks, uno dei primissimi film in cui appare Mickey Mouse.
In realtà, Mr. Pete & the Iron Horse è una pellicola anticapitalista che, in poco più di sette minuti, attraverso personaggi strani e divertenti e un ritmo forsennato, riesce a far riflettere gli spettatori e a dare loro uno schiaffo dritto in faccia grazie al suo finale “col botto”.
Un film che, vista la sua peculiarità e unicità, di certo non passerà inosservato al pubblico di Locarno.
Somleng reatrey di Chanrado Sok e Kongkea Vann è una pellicola da vedere sul grande schermo e sentire attraverso un impianto sonoro surround, al buio di una sala cinematografica, così da poterne cogliere tutto lo splendore.
I due registi hanno realizzato un film che, mischiando il documentario e il film di genere, diviene un ritratto della notte tra i vicoli e le strade di Phnom Penh, capitale della Cambogia, e dei suoi abitanti, almeno di quelli appartenenti al sottoproletariato urbano.
La sporcizia, il senso del pericolo, la disperata ricerca di redenzione e la sensazione che tutto possa essere perduto rappresentano la quotidianità per i due protagonisti che, per guadagnarsi da vivere, vagano di notte per questo mondo brulicante, spinti anche da un obiettivo personale.
Un profondo senso di nostalgia, coadiuvato anche da una colonna sonora monumentale, pervade sia i personaggi sia gli spettatori, che vengono ancor di più rapiti dal fascino di questa notevole epifania cinematografica.
Enrico Vannucci