Mattie Do è una delle voci nuove del cinema mondiale. Interlocutrice di Open Doors, ha contribuito, da sola, ad aprire possibilità di cinema che sino all’altro ieri non c’erano. Riavere Mattie a Locarno ora che finalmente si inizia a ritornare a una sorta di normalità, è un segno per riaffermare la continuità di una collaborazione cruciale. Anche per questo motivo l’abbiamo voluta nella nostra giuria di Cineasti del presente al fianco di Agathe Bonitzer e di Vanja Kaludjercic. D’altronde il rapporto con le immagini oggi è centrale se si vuole comprendere dove va il mondo. Provate a chiederlo a Ryan Reynolds che in Free Guy si scopre essere solo una funzione di un videogioco. Come fare per riprendersi la propria vita? E ancora: cosa accade se la “vita” (virgolette obbligatorie…) si trova a replicare sceneggiature un tantino risapute del cinema (e dei fumetti?). Il mostro della cripta è uno di quei film, che dietro la sua aria scanzonata, si pone delle domande cruciali, ma il regista Daniele Misischia è talmente serio da riuscirne a ridere e a coinvolgerci nel suo gioco (coltissimo, va sottolineato, ma non lo diciamo ad alta voce per non “provocarlo”…).
Giona A. Nazzaro