Axelle Ropert ritorna al Locarno Film Festival con il suo quarto lungometraggio, Petite Solange, già selezionato lo scorso anno all’interno di Films After Tomorrow, l’iniziativa a sostegno di progetti interrotti dalla pandemia. La regista non è sconosciuta al pubblico svizzero, essendo già stata selezionata nel Concorso internazionale nel 2016 con La prunelle de mes yeux.
Solange (l’esordiente Jade Springer) ha dodici anni e vive a Nantes, la città di Jacques Demy, con il fratello maggiore e i genitori che adora, interpretati dal cantante e attore Philippe Katerine e dall’attrice Léa Drucker (L’affido – Una storia di violenza, Synonymes). Ma col passare del tempo il rapporto idilliaco tra i genitori si trasforma in liti, segreti e non detti. Solange soffre, ma non vuole smettere di sperare.
Petite Solange è un melodramma in quattro atti, dal punto di vista di una ragazzina che assiste al crollo della propria vita. La regista analizza con precisione e grande dolcezza la sua frattura interiore. L’attenzione ai dettagli quotidiani e al dolore crea l’arco emozionale del film.
Come il tempo in Bretagna, non mancano i momenti belli tra le gocce delle nostre lacrime. È molto difficile raggiungere tale intensità in modo delicato, ma Axelle Ropert e la sua giovane attrice ci riescono con grande talento, arrivando dritte al cuore.
Mathilde Henrot