Gli artisti austriaci, in campo letterario e cinematografico, sono noti per il loro approccio schietto e privo di compromessi alle realtà socio-storiche, soprattutto quando raccontano il proprio paese. I film di Ruth Mader rientrano in questa ricca tradizione nazionale. Laddove i suoi primi lavori aderivano di più al realismo e al documentario, nel 2017 con Life Guidance si è data alla fantascienza. Serviam – Ich will dienen continua su quella traiettoria, con elementi presi dal thriller, dall’horror e dalle fiabe, pur avendo una trama “di casa”.
L'azione si svolge in Austria negli anni '80, in un collegio cattolico d'élite per ragazze. Nonostante l'ambientazione d’epoca, l'uso volutamente scarso di marcatori temporali da parte di Mader - la macchina da scrivere della segretaria della scuola, un'evidente mancanza di telefoni cellulari - invita lo spettatore a riflettere sull'importanza contemporanea della storia. Il film non esce mai dai confini della scuola e la sua funzione di microcosmo sociale è ulteriormente sottolineata attraverso la mise en scène essenziale: le studentesse indossano semplici uniformi in bianco e nero, l'unica decorazione nelle aule è un crocifisso solitario appeso sul muro, e i dormitori e i corridoi sono ugualmente spogli. Sfruttando appieno l'architettura dell'edificio, Mader e la direttrice della fotografia Christine A. Maier isolano i personaggi in composizioni imponenti e meticolose, in modo da osservare al meglio lo svolgersi delle dinamiche di potere. Sebbene all'inizio tutti i ruoli nel film sembrino ben definiti, alla fine i personaggi virtuosi si rivelano capaci di malvagità e viceversa.
Attraverso questo sgretolamento di certezze, Serviam sonda la possibilità della fede esistente nel mondo moderno. All'inizio del film, un confronto tra un padre bellicoso e la sorella al comando – interpretata dalla formidabile (e qui terrificante) attrice rumena Maria Dragus – la identifica come una pia resistenza in una società sempre più laica. La scuola è la sua fortezza, ma la popolazione studentesca sta diminuendo e i dormitori ai piani superiori sono deserti. La sua preferita tra le studentesse è Martha, l'unica che condivide la sua devozione. Dopo che la sorella le ha prestato segretamente una cintura di penitenza, Martha inizia a sviluppare piaghe sull'addome che crede siano stigmate. Che sia per gelosia o per paura di ripercussioni, la suora la rinchiude in una delle stanze vuote dell'ultimo piano e dice alle altre ragazze che è tornata a casa. Quando questo inganno porta alla morte di un’altra studentessa, la suora è costretta a confrontarsi con l'impraticabilità delle sue convinzioni, almeno nel contesto attuale.
Giovanni Marchini Camia