Lo specchio di tempi non facili, quelli di oggi, soprattutto per A Woman, come decreta con semplicità implacabile il titolo internazionale di un dramma morale raccontato come un noir, in cui la vita ordinaria di una commissaria di polizia di Parigi, interpretata da un’intensa Sophie Marceau, viene sottoposta a terapia d’urto. Una donna integra, rispettosa alla lettera della legge che si impegna a servire ogni giorno, con la sola evasione di una carriera come scrittrice di polar, che suonano più che altro come declinazione da un altro punto di vista della sua rettitudine, che rimane al centro della sua vita. Può una scintilla improvvisa sconvolgere da un giorno all’altro decenni di comportamenti sempre orientati nella stessa direzione? Se lo domanda Jean Paul Civeyrac, che più che cercare risposte semplici o politicamente corrette preferisce alimentare una ricerca nell’animo umano più nascosto e buio, attraverso gli atti di un personaggio che scopre come il marito, fino a quel momento sorta di uomo ideale e perfetta spalla, nasconde in realtà una seconda vita.
La protagonista non ama più di tanto la città, che frequenta solo per il suo ruolo professionale. Si rifugia appena può nella sontuosa ma algida villa in cui vive, correndo nei boschi per scaricare la tensione. Se la pistola è il suo strumento di lavoro, il tiro con l’arco è il suo hobby. Quello in cui vive è un mondo quasi rallentato da un disagio costante, in cui appaiono le maschere di protezione dal Covid-19, cosa raramente vista al cinema nonostante i due anni e mezzo di pandemia. La corazza con cui si protegge dall’esterno è testimoniata anche dall’uso del cognome del marito per i suoi romanzi, che sta pensando di abbandonare, per la prima volta affrontando la scrittura del suo libro più difficile e personale, dedicato alla sorella minore da poco scomparsa all’estero in seguito a un incidente poco chiaro. La violenza, lasciata fuori dalla sua vita personale per anni, inizia a insinuarsi nei suoi sogni che diventano incubi, fra visioni che la turbano e una colonna sonora che scandisce la perdita lenta dei punti di riferimento e dei pilastri della sua vita. Una violenza tossica e diffusa, di cui la donna è vittima in maniera particolare. Cuori puri e anime ribelli popolano un ritratto sofferto, in cui si intuiscono le riflessioni e le analisi che hanno partorito questo viaggio in cerca di una verità scomoda.
Mauro Donzelli