L'anno sta per concludersi. Inevitabile, giunge il momento dei bilanci e dei consuntivi. Che anno cinematografico è stato per il Locarno Film Festival? I risultati sono sotto gli occhi di tutti: non possiamo non dichiarare che l'anno cinematografico del nostro festival è stato a dir poco eccellente. Non si tratta di farci i complimenti da soli. Anzi: chi ci conosce lo sa bene. Siamo - da sempre - i critici più severi del nostro operato. Una lezione che ci è stata trasmessa dal nostro Presidente e che custodiamo con grande cura. Eppure... Eppure non possiamo non evidenziare - con grandissima soddisfazione e felicità - che il risultato ottenuto dai film presentati a Locarno è andato al di là delle aspettative più spericolate. Subito dopo la conclusione del festival, con l'annuncio dei vincitori, l'entusiasmo era a dir poco tangibile. Alle stelle. Oggi, avendo seguito il percorso dei film, non possiamo che essere entusiasti di fronte al risultato ottenuto. Tengo sueños electricos, esordio di Valentina Maurel, che ha conquistato tre premi a Locarno, a oggi è stato invitato in trenta (30!) festival. E ha conquistato oltre una decina di premi. Svetlonoc - Nightsiren di Tereza Nvotová, premio miglior regia di Cineasti del presente, a oggi è stato invitato in 27 festival conquistando numerosi premi. Regra 34 di Julia Murat, Pardo d'oro, è stato invitato in oltre una ventina di festival, raccogliendo numerosi premi. Stessa cosa per la rivelazione Sigurno mjesto - Safe, rivelazione di Juraj Lerotić. La lista, lo avete capito, potrebbe andare avanti e il risultato non cambierebbe. Senza contare, ma è un risultato importantissimo, che Ariyippu - Declaration, film Tamil parlato in malayalam di Mahesh Narayanan, oltre a essere invitato da numerosi festival è stato acquistato anche da Netflix. Questi pochi esempi, che potrebbero essere ripetuti per tutti i film delle nostre competizioni, rispondono in maniera inequivocabile alla solita, annosa, pigra domanda "a cosa servono i festival?". Servono a far girare il cinema. A promuovere il cinema d'autore. A fare emergere talenti non omologati come Ann Oren il cui Piaffe è stata una delle sorprese del festival. A dare forza al cinema svizzero che propone nuove avventure come De noche los gatos son pardos. A fondare nuove comunità, a rinsaldare quelle esistenti. A guardare in avanti. E in tutto questo non dimentichiamoci dei nostri magnifici Pardi di domani di cui riferiremo a parte, perché meritano una visibilità e un'attenzione tutta loro. Fra i molti traguardi ottenuti, ci limitiamo solamente a segnalare che How Do You Measure a Year? di Jay Rosenblatt e Steakhouse di Špela Čadež sono stati inclusi nelle shortlist degli Academy Awards 2023 nelle categorie Documentary Short Film e Animated Short Film, rispettivamente. Il Locarno Film Festival è un giovanissimo Pardo di 75 anni, dai muscoli scattanti, imprevedibile, velocissimo. Il 2022 è stato un anno che ha celebrato il cinema. Dai grandi autori come Spielberg e Cameron sempre risplendenti, ai festival che hanno offerto programmi ricchi e audaci. In questa geografia del cinema che continua a essere ridisegnata, il Locarno Film Festival, grazie alla fiducia delle autrici e degli autori, produttori e distributori, programmatori, venditori, consulenti, continua a giocare una partita di rilievo assoluto. Di primissimo piano.
E, per concludere, permettetemi di ringraziare i comitati di selezione, che lavorano e visionano un numero incredibile di film - lunghi e corti - per offrire un programma all'altezza del nostro amatissimo Locarno Film Festival.
Ci vediamo in Piazza Grande, come sempre, per Locarno 76!
Giona A. Nazzaro