Laura Mulvey è davanti a noi, a commentare la sequenza d’apertura di Imitation of Life (1959) di Douglas Sirk. Le tende sono chiuse; il suo volto è illuminato dalla luce del proiettore, che fa scorrere sul muro immagini di Lana Turner che corre sul lungomare di Coney Island in cerca della figlia. Un ventilatore rotea e fa andare i capelli di Mulvey in tutte le direzioni. È molto rumoroso, ma la concentrazione – sua e nostra – rimane intatta. Noi – critici, curatori e cineasti – ascoltiamo questa rockstar della teoria femminista mentre commenta un capolavoro in tempo reale.
In circostanze normali, questo sarebbe l’incontro di una vita per critici di qualunque età, ma – ecco il senso del discorso che sto facendo – in questo contesto era solo un’esperienza paradigmatica della Locarno Critics Academy. Penso agli altri grandi incontri tenutisi nel corso degli anni. Al dialogo tra Bernard Eisenschitz e Miguel Marías. Alla discussione onesta e vivace fra tre direttrici di festival – Cíntia Gil, Eva Sangiorgi e Sara García Villanueva – sulle loro esperienze nella costruzione di programmi artistici variegati ma coerenti. A quelle con cineasti come Alexander Sokurov, Maren Ade, Bong Joon-ho, Todd Haynes, Abel Ferrara, Michael Cimino, Kelly Reichardt, John Waters. E la lista continua.
Molti di questi incontri esclusivi hanno portato alla pubblicazione di articoli. Todd Haynes ha parlato con Keva York (Critics Academy 2022) dell’influenza di Douglas Sirk sui suoi film. Sofie Cato Maas (Critics Academy 2019) è stata l’unica giornalista a Locarno a parlare in modo approfondito con la presidente della giuria, Catherine Breillat. Andrew Northup (Critics Academy 2022) è andato oltre la convenzione e ha conversato con i proiezionisti che danno vita alle copie in 35mm per le celeberrime retrospettive di Locarno.
A partire dal 2012, la Critics Academy si è tenuta ogni anno, tranne uno. Siccome il Festival stesso si è fatto ibrido nel 2020, il nostro laboratorio – che non potevamo immaginare in versione online – è stato sostituito da una serie di testi commissionati a ex-partecipanti per riflettere sui progetti di film e i cineasti selezionati per The Films After Tomorrow, l’iniziativa di Locarno a sostegno di produzioni bloccate a causa della pandemia.
Tra questi, una toccante corrispondenza su una storia d’amore intercontinentale iniziata durante la Critics Academy del 2018; un testo su Eric Baudelaire interrotto, letteralmente, dall’esplosione avvenuta nel porto di Beirut nell’agosto del 2020; una risposta visiva e testuale ai film di Lucrecia Martel e ai dieci magici giorni della Locarno Academy.
Nel 2022 il Locarno Film Festival ha sostenuto la creazione di una rivista cartacea coordinata e curata da veterani della Critics Academy, compreso il sottoscritto. Outskirts Film Magazine, il cui secondo numero uscirà in tarda primavera, dimostra che i confini del laboratorio vanno oltre Locarno, le date del Festival e i film selezionati per un’edizione specifica.
Poche esperienze prolungate per chi sogna di scrivere di cinema promettono la stessa densità di interazioni e incontri epocali della Critics Academy. Chi partecipa al workshop scrive, durante il Festival, per le testate partner – il LocarnoDaily, Swissinfo, Variety, MUBI Notebook – e può proporre pezzi a Film Comment, Sight and Sound e Indiewire. Indubbiamente, ogni partecipante ne esce con migliori capacità di scrittura, ma si tratta anche di un’esperienza di riflessione e contemplazione, non solo di profonda analisi critica.
A Locarno, ho avuto modo di cedere alla gioia di amare le cose, semplicemente perché ispiravano meraviglia e sentimento – senza che dovessero essere perfettamente utili, o socialmente ineccepibili. Le domande e le idee che mi sono portato a casa rimarranno forse parte integrante della mia vita, avendo già nutrito alcune delle scelte più importanti che ho fatto nell’anno successivo
L’edizione 2023 della Locarno Critics Academy si svolgerà dal 2 al 12 agosto. Possono candidarsi, fino al 7 maggio, aspiranti critici di età compresa fra i 18 e i 35 anni.