Il cinema d’animazione non è solo svago e leggerezza. Questa forma d’arte è capace anche di affrontare temi sociali difficili e scottanti. Tra i titoli della sezione Locarno Kids, appuntamento festivaliero molto apprezzato, si fa notare sotto questo punto di vista il franco-lussemburghese Nina et le secret du hérisson. I temi affrontati dal film sono quelli della perdita del lavoro e del venir meno della responsabilità sociale da parte dell’economia. Il film degli autori Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli, artisti già candidati all’Oscar con il loro bellissimo Un gatto a Parigi (2010), narra la storia di Nina, una bimba della working class francese, costretta a crescere prima del previsto a causa della chiusura della fabbrica in cui lavora il padre. Quest’ultimo, un operaio dall’animo gentile, cade in una profonda depressione che lo porta a perdere la sua capacità di raccontare storie avvincenti alla figlia. Una di queste storie, segnalata da uno stile visivo che si rifà al cinema d’animazione del passato, ha come protagonista il riccio che dà il titolo al film. Nina passa per questo all’azione. La bimba, aiutata da un coetaneo, si lancia in un’azione avventurosa per ristabilire la giustizia e ridare coraggio al padre. La fabbrica, infatti, ha chiuso perché il suo direttore ha sottratto del denaro aziendale e Nina vuole ritrovare il malloppo. La Francia è il paese in cui la crisi sociale ed economica ha colpito negli ultimi decenni gli strati più deboli della società. Le rivolte recenti delle periferie transalpine ne sono la prova più evidente. Questo film, con uno stile e un ottimismo adatto ai più piccoli, prende di petto questa stessa crisi e la trasforma in un’occasione narrativa. La collaborazione artistica tra Gagnol, scrittore e sceneggiatore, e Felicioli, artista visivo, si dimostra ancora una volta vincente e ci consegna una piccola perla del cinema d’animazione.
Mattia Lento