News  ·  08 | 08 | 2023

Lovano Supreme

La storia della formazione di un grande musicista non può essere lineare, a maggior ragione se si vuole ripercorrere la creazione della musica jazz, che vive della mescolanza di ritmi diversi.

Ci sono registi che delle loro magnifiche ossessioni hanno fatto il loro campo d’indagine: il cinema di Franco Maresco mette in scena da sempre un eterno ritorno verso due grandi tensioni dell’autore palermitano. Se da un lato c’è il versante politico, un costante smascheramento di una mafia che è diventata il tessuto dentro al quale si muove la politica italiana e tanto mondo dello spettacolo a cui ci ha abituato il ventennio berlusconiano, dall’altra c’è la sua sconfinata passione per la libertà della musica jazz e per quei musicisti che vi hanno contribuito partendo da un’eredità culturale italiana (o meglio siciliana). 

Lovano Supreme, presentato Fuori Concorso, è il nuovo capitolo di quest’impresa che nasce da incontri, ricerche, analisi e riscritture di quella che è la frastagliata storia del jazz (che ha già toccato figure come Duke Ellington, Miles Davies e Tony Scott, in un documentario presentato a Locarno, Io sono Tony Scott, ovvero come l'Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz (2010). Invitato a omaggiare John Coltrane a Palermo nel 2022, in occasione della ricorrenza dei 50 anni dalla sua morte, il sassofonista Joe Lovano – convinto dallo stesso Maresco – torna nella terra dei suoi avi, riscoprendo una Sicilia in parte raccontata nelle memorie familiari e in parte filtrata dallo sguardo americano (il cortocircuito tra le immagini de Il padrino e le parole del tassista che incensa la mafia offrono il tocco di collegamento che mai manca nell’opera di Maresco). 

 

È un viaggio che lo porterà a riscoprire parenti perduti e a visitare i paesi natali dei suoi genitori (Alcara Li Fusi e Cesarò), in particolari momenti di festa popolare in cui riaffiorerà la memoria del padre, Tony, barbiere/musicista che proprio su quei ritmi popolari si era formato, ma anche a scoprire il diverso tempo in cui si è immersi in Sicilia, sottolineato con la solita ironia sorniona e pungente di Maresco. 

 

Ma il racconto della formazione di un grande musicista non può essere lineare, ancora di più se vuole rintracciare la creazione di una musica come il jazz che vive della commistione di ritmi diversi, e per questo la narrazione di Maresco si spalanca a raccontare le storie di grandi musicisti come Coltrane e locali mitici come il Village Vanguard, senza mai dimenticare la centralità di una storia di migrazione. Così Joe diventa un nuovo tassello nella storia creativa di un gesto musicale. Come diceva il suo maestro Coltrane: «mi piacerebbe dare alla gente qualcosa di simile alla felicità». 

 

Daniela Persico