News  ·  10 | 08 | 2023

Rapture

Un film sottile e poetico che esplora i contrasti e opera sui confini tra bene e male, luce e oscurità.

©Anna Films

Non capita spesso di avere l'opportunità di vedere un film parlato in lingua garo, una delle due lingue principali del Meghalaya, uno Stato dell'India nord-orientale al confine con il Bangladesh. È il caso di Rimdogittanga (Rapture), secondo lungometraggio del regista indiano Dominic Sangma, il cui debutto MA.AMA (2018) è stato presentato in anteprima internazionale allo Shanghai International Film Festival. L’incipit del film rivela immediatamente il grande talento del cineasta: un piano-sequenza, realizzato in modo impressionante e messo in scena con cura, rivela un gruppo di abitanti del villaggio, lanterne in mano, che vagano per la notte e cercano di trovare e catturare le cicale, che compaiono nella zona soltanto una volta ogni pochi anni. È notte e il tono del film è stato introdotto. La narrazione verrà dopo, quando la mattina seguente gli abitanti del villaggio si renderanno conto che un bambino è scomparso. Lentamente, la paura della comparsa di rapitori sconosciuti si diffonderà nella comunità e verranno presentati i personaggi chiave di questo film corale, principalmente il piccolo Kasan, un bambino dall'aspetto particolare, affetto da cecità notturna, che sembra essere un alter ego del regista Sangma; ma anche molti membri più anziani della comunità, il cui provincialismo non permette loro di vedere “oltre” e finirà per portare alla disgrazia. La Chiesa cristiana sempre presente e il suo pastore, invece di illuminare veramente le persone, alimenteranno la loro chiusura mentale con devozione e inquietudine. Detto questo, Rimdogittanga è un film che non si concentra su un personaggio centrale, ma tratta piuttosto gli abitanti del villaggio come un gruppo sociale. La macchina da presa li segue e studia da un punto di vista onnisciente e quasi voyeuristico – quello di Sangma, o quello del piccolo Kasan, che osserva minuziosamente la vita quotidiana e i comportamenti della comunità, svelando paure e credenze collettive, manipolazione e xenofobia. Problemi che sono comunemente presenti al giorno doggi nella società in generale – non solo nella società indiana, ma in tutto il mondo, specialmente in un momento in cui il nazionalismo sembra diffondersi a un ritmo rapido e le persone sono così comunemente classificate in gruppi opposti e antagonizzate. Basato sui ricordi d'infanzia di Sangma, Rimdogittanga è un film sottile e poetico che esamina i contrasti e opera sui confini tra bene e male, tra luce e oscurità. Lo fa con un forte interesse per l’espressione visiva, poiché si svolge durante le notti cupe, minacciose eppure fantastiche, quasi fiabesche – e la luminosità apparentemente sicura del giorno, che al tempo stesso sarà testimone dei momenti più brutali di cruda violenza.

 

Stefan Ivančić