News  ·  10 | 08 | 2023

Rostros olvidados

La storia di una donna dal passato tormentato impegnata a mettersi in contatto con la figlia che non l'ha mai conosciuta.

© Courtesy of Filmoteca UNAM

Alla base di questo film di Julio Bracho, già figura di punta del teatro messicano nei decenni precedenti, c'è un meccanismo narrativo che deriva dall'opera di Oscar Wilde Il ventaglio di Lady Windermere, da cui nel 1925 Ernst Lubitsch aveva tratto uno dei suoi film più famosi. In sostanza, è la storia di una donna dal passato travagliato impegnata in qualche modo ad entrare in contatto con la figlia, che non l'ha mai conosciuta.  

Al posto del ventaglio qui c'è una borsetta e Rosario Velázquez, la madre “fantasma”, è una cantante famosa. A recitare in questa parte è la celebre Libertad Lamarque, la diva di origine argentina che può così esibire sia il suo grande talento di attrice, sia le apprezzabili doti canore, in pubblico e nelle performance “famigliari”, più informali.  

Le tiene testa Martha Roth nel ruolo di Marta, la figlia che la dubbiosa Rosario pensa di ritrovare. Chiariamo, infatti, che praticamente per tutto il film Rosario non sa quale sia la figlia concepita con il vecchio amore di gioventù Roberto. Qual è tra Marta e le altre due sorelle, dai caratteri abbastanza diversi, cresciute dall'uomo come figlie di secondo letto? La mediana Claudia, piuttosto scontrosa, oppure Julieta, minore non solo come età ma anche come personaggio?  

Soltanto con il tempo, quando le ragazze sono ormai diventate donne, Roberto rivela a Rosario che la neonata creduta morta dalla cantante dopo averla dimenticata in treno a causa della propria noncuranza è miracolosamente sopravvissuta all'incidente ferroviario. È allora che Rosario inizia a frequentare sempre più spesso la famiglia di Roberto. 

Bracho e il suo sceneggiatore Neftalí Beltrán portano all'estremo le emozioni dei personaggi ed è probabilmente questa rappresentazione molto precisa delle passioni il merito principale del film. In maniera più specifica, alludiamo a un paio di scene che saltano all'occhio, dove grazie alla capacità di Bracho di ottenere ottimi risultati dai suoi interpreti, la prossemica, i gesti e gli sguardi degli attori riescono perfettamente a trasmettere allo spettatore la forza della repressione, l'autocontrollo necessario, ma non sempre sufficiente, affinché ciò che non si può mostrare rimanga segreto o passi inosservato. La prima scena è quella del ballo lento tra Marta e l'amante Manuel, sotto gli occhi della moglie. La seconda quella in cui Rosario dice addio a Marta, che potrebbe non rivedere più.  

Inoltre, attenzione al dialogo in cui Marta e Manuel, prima di abbandonarsi all'erotismo in un'ellissi temporale del racconto, citano il poeta, scrittore e drammaturgo messicano Xavier Villaurrutia, l'autore della pièce La mujer legítima, riconosciuto universalmente come uno dei protagonisti del teatro messicano d'avanguardia. Il fascino di Rostros olvidados sta pure in questa mescolanza di cultura alta e cultura bassa, considerando che è la mano registica di Bracho a valorizzare le potenzialità di un plot che nelle mani di cineasti meno avveduti finirebbe facilmente per dare vita a una telenovela delle più lacrimevoli e ricattatorie, tra amorazzi, trasfusioni di sangue e disgrazie di ogni tipo.  

 

Francesco Grieco