News  ·  29 | 08 | 2023

Gleb Panfilov: una vita fra il cinema, l'Unione Sovietica e la Russia

©Sabine Cattaneo

Come osare riassumere in poche parole, sperando di evitare anche la pena della circostanza, una vita lunga e complessa come quella di Gleb Panfilov, uno dei cineasti russi chiave che ha attraversato una grande parte della storia dell'Unione Sovietica e delle sue infinite contraddizioni liberticide? Gleb Anatol'evič Panfilov era nato nel 1934, chimico e regista teatrale, si avvicina al cinema. A Locarno lo ricordiamo perché nel 1967 vince il Pardo per il film Nessun orizzonte oltre il fuoco. Ispirato a un romanzo di M. Gor′kij, il film narra tragica storia di un'infermiera che lavora su un treno-ospedale durante la guerra civile russa. Purtroppo le autorità sovietiche sequestrano il premio e questa è una cosa che ha sempre rattristato Panfilov nonostante nel corso della sua carriera abbia ottenuto anche l'Orso d'oro a Berlino nel 1987 per Tema (girato nel 1979 ma uscito solo nel 1986) e il premio per il miglior contributo artistico a Cannes nel 1990 per Mat′ (La madre). Nel 2021, Panfilov aveva appena finito di girare Ivan Denisovich, opera tratta da Aleksandr Solhenitsyn e interpretata oltre che da una dolente e magnifica Inna Churikova (nell'ultimo ruolo della sua vita), da Filipp Yankovskyy nel ruolo principale. Presentato in Piazza Grande, dove ha ottenuto il plauso del pubblico locarnese e internazionale, il film è stato presentato da un Panfilov visibilmente commosso di essere finalmente a Locarno e dal suo cast, tutti strepitosamente felici. Difficilmente una presentazione poteva essere meno caotica, ma l'entusiasmo di Panfilov e dei attori era tangibile. Come se Piazza fosse la testimone privilegiata di un risarcimento storico. Come se l'arte, il cinema ripagassero le angheria dell'oscurantismo politico, della censura, della mancanza di libertà. Oggi Gleb Panfilov se ne va nel silenzio quasi totale dei media. Ci passiamo la notizia della sua dipartita fra pochi cinefili. Eppure le sue opere restano. Oggi più che mai quando di costruttori di pace come Gleb Panfilov si sente un bisogno disperato.

Giona A. Nazzaro