Sono trascorsi quattro mesi dalla fine del Festival, e nel frattempo il mondo è cambiato attraverso tragedie che mai avremmo immaginato di vedere di nuovo. A cosa serve dunque un festival se non a conservare uno spazio di indipendenza e democrazia per tutte e tutti nel quale esprimersi liberamente senza temere la violenza che domina l’attualità? Ora più che mai il cinema dovrebbe essere il luogo della creazione e della libertà, attraverso cui immaginare modi alternativi di vivere insieme. Lo sappiamo: con i film non si cambia il mondo, ma si può provare a creare il desiderio di una società più accogliente, inclusiva, generosa.
Il Locarno Film Festival continua a essere un luogo che si offre come un laboratorio permanente, impegnato a immaginare le immagini del nostro futuro collettivo. Una fucina di idee cui una grande parte dell’industria cinematografica guarda con estremo interesse.
Da questo punto di vista l’edizione 76 ha superato i risultati eccellenti della precedente edizione.
Quest’anno sette film di Locarno sono fra i finalisti degli European Film Awards; quattro dei quali diretti da donne (quindi il 57% del totale).
La selezione dei cortometraggi, capitanata dal Delegato Generale Eddie Bertozzi insieme al team, ha visto ben quattro corti fra i finalisti:
Per quanto riguarda le Nomination all’Oscar, figurano i film di Radu Jude, Ena Sendijarević, Una Gunjak, Jurai Lerotić e Shayda di Noora Niasari, nostro film di chiusura.
L’elevatissimo numero di festival che ha invitato e continua a invitare i film selezionati dal Locarno Film Festival dimostra che il nostro lavoro è ormai considerato un autentico sigillo di qualità.
È proprio attraverso questo lavoro che, film dopo film, attività dopo attività, desideriamo progettare insieme un Festival che sia in grado di interrogare il mondo per costruirne di nuovi.
Buon anno a tutte e tutti noi.
Giona A. Nazzaro
Direttore artistico