Far West
di Pierre-François Sauter
Svizzera/Portogallo/Italia
Produzione
Le Laboratoire Central: Nadejda Magnenat
Terratreme: João Matos
Qoomoon: Luciano Barisone e Luca Scarabelli
di Pierre-François Sauter
Svizzera/Portogallo/Italia
Produzione
Le Laboratoire Central: Nadejda Magnenat
Terratreme: João Matos
Qoomoon: Luciano Barisone e Luca Scarabelli
Delicato e acuto come sempre, Pierre-François Sauter era pronto a puntare la macchina da ripresa sulle vite quotidiane di due amici di infanzia e pescatori di conchiglie e anguille con cui ha fatto amicizia nei sette anni di regolari visite al villaggio a Capo Verde.
– Julian Ross, Comitato di selezione
In Germania anno zero (1948) Roberto Rossellini sceglie di mostrare i danni causati dal nazismo. E lo fa con grande ambizione: gira questo film nel 1947, due anni dopo la fine della guerra, nella vera Berlino in rovina.
Il film non è senza pecche ed è, per alcuni versi, datato, ma mi ha sempre molto impressionato per la sua economia narrativa e per la forza delle sue sequenze semi-documentaristiche girate in uno scenario apocalittico che echeggia il suo messaggio.
In questa ambientazione di rovine, che evocano la violenza e l’orrore della guerra, Rossellini filma un mondo che ha subito una distruzione totale, sia materiale che morale. Mostra l’annichilimento dei valori causato dal nazismo. Sceglie di filmare dalla parte di chi ha appoggiato il nazismo ed è stato sconfitto. I suoi personaggi sono esseri umani perduti, vittime della loro stessa cecità e di fattori che vanno al di là di loro stessi.
Rossellini segue il viaggio di Edmund, un bambino di dodici anni che cerca la sua strada in un mondo in cui profitto ed egoismo sono le sole cose che importano.
Germania anno zero è un film radicale e crudo, che non può lasciare indifferenti. Continua a risuonare dentro di me e mi sembra mantenere la sua rilevanza anche oggi, come a ricordarci che la deriva ideologica che porta all’orrore è sempre possibile.
– Pierre-François Sauter