News  ·  27 | 05 | 2021

Locarno celebra i 40 anni di luce di Dante Spinotti

Il Locarno Film Festival consegnerà il Pardo alla carriera 2021 al direttore della fotografia italiano

Una carriera illuminata. Nel caso di Dante Spinotti è proprio il caso di dirlo. Direttore della fotografia italiano, classe 1943, Spinotti ha saputo illuminare il cinema da una parte all’altra dell’Atlantico, da Salvatores a Raimi, da Olmi a Mann. Ed è a lui, e ai suoi quarant’anni precisi di cinema che il Locarno Film Festival consegnerà il Pardo alla carriera 2021 il prossimo 12 agosto.

Protagonista di una carriera e di una luce camaleontiche, capaci di appoggiarsi sui generi più disparati e gli autori più lontani, Dante Spinotti è un grande artigiano del cinema italiano che ha saputo conquistare l’America. E che ha saputo conquistare, soprattutto, Michael Mann, il cineasta di Chicago per cui ha acceso la luce in ben cinque occasioni, da Manhunter (1986) a Public Enemies (2009), passando per The Last of the Mohicans (1992), Heat (1995) e The Insider (1999). Film quest’ultimo per cui Spinotti fu nominato all’Oscar, due anni dopo esserlo stato per L.A. Confidential di Curtis Hanson (1997).

Courtesy of Dante Spinotti Courtesy of Dante Spinotti

Così come a Hollywood, Spinotti ha saputo lasciare una traccia luminosa anche nel cinema italiano. Nato con Il minestrone di Sergio Citti (1981), il direttore della fotografia friulano ha poi illuminato - tra i tanti - i sogni di Gabriele Salvatores (Sogno di una notte d’estate, 1983) e di Giuseppe Tornatore (L’uomo delle stelle, 1995), le leggende di Ermanno Olmi (La leggenda del santo bevitore, 1988 e Il segreto del bosco vecchio, 1993) e le favole di Roberto Benigni (Pinocchio, 2002). Nel corso di quarant’anni di racconti transoceanici Spinotti ha saputo caricare le ombre del thriller (Red Dragon, di Brett Ratner, 2000) e incendiare gli scenari del western (The Quick and the Dead, di Sam Raimi, 1995); ammorbidire i tratti del romantico (Frankie and Johnny, Garry Marshall, 1991) e sottolineare quelli del fantasy (The Chronicles of Narnia: The Voyage of the Dawn Treader di Michael Apted, 2010). Sapendo, negli anni ’80 così come negli anni 2010, accogliere le esigenze del mainstream e confortare le esigenze del cinema d’autore.

Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival: “Dante Spinotti è un maestro della luce e un’eccellenza italiana. Un vero e proprio autore della fotografia cinematografica. Da Sergio Citti ad Aldo Lado, passando per Salvatore Samperi e Liliana Cavani, Spinotti è approdato a Hollywood dove lavorando con Michael Mann ha ridefinito l’estetica del noir contemporaneo e non solo, realizzando alcuni dei film statunitensi più ammirati degli ultimi decenni. Artigiano e artista, non ha mai smesso di sperimentare lavorando a cavallo fra gli Stati Uniti e l’Italia con registe e registi diversissimi come Sam Raimi ed Ermanno Olmi, Giuseppe Tornatore e Barbra Streisand. A suo agio con l’intimismo psicologico così come con il fantasy, ha impresso il suo segno inconfondibile anche ai film di supereroi. Celebrare Dante Spinotti significa rendere omaggio a un talento immenso della fotografia cinematografica, a un artista che ha cambiato il modo di percepire le immagini sul grande schermo. Senza l’immenso contributo di Dante Spinotti il cinema sarebbe più povero, meno bello. Celebrare Dante Spinotti è una gioia e un privilegio.

Il programma dell’omaggio

In onore di Dante Spinotti, verranno proiettate due opere della sua straordinaria filmografia: 

  • Heat di Michael Mann – Stati Uniti – 1995, presentato in Piazza Grande la sera dell’12 agosto
  • The Insider di Michael Mann – Stati Uniti – 1999

Dante Spinotti riceverà il Pardo alla carriera il 12 agosto in Piazza Grande, mentre il 13 agosto sarà protagonista di una conversazione con il pubblico presso il Forum @Rotonda by la Mobiliare.  


Biografia

Dante Spinotti è nato a Tolmezzo, Udine, nel 1943. Ha iniziato la sua carriera alla Rai - Radiotelevisione italiana, dopo aver mosso i primi passi nella fotografia per il cinema con lo zio, il regista e cineoperatore Renato Spinotti, in Kenya. Nel 1985, il produttore Dino De Laurentiis lo ha invitato a lavorare per la prima volta negli Stati Uniti al film Manhunter (1986) di Michael Mann. Da quell'esperienza ha avuto inizio la sua carriera oltreoceano, costellata da grandi successi di pubblico e critica come The Last of the Mohicans (Michael Mann, 1992), Heat (Michael Mann, 1995), L.A. Confidential (Curtis Hanson, 1997), The Insider (Michael Mann, 1999) – titoli, questi ultimi due, per cui è stato candidato agli Oscar – e, in anni più recenti, X-Men: The Last Stand (Brett Ratner, 2006), Public Enemies (Michael Mann, 2009), The Chronicles of Narnia: The Voyage of the Dawn Treader (Michael Apted, 2010).  

In Italia ha collaborato, tra gli altri, con Ermanno Olmi per La leggenda del santo bevitore (1988) e Il segreto del bosco vecchio (1993); con Giuseppe Tornatore per L'uomo delle stelle (1995), per il quale ha ricevuto un Nastro d’Argento; e con Roberto Benigni per Pinocchio (2002), segnalato per i David di Donatello. Tra gli ultimi lavori figurano Ant-Man and the Wasp (Peyton Reed, 2018), Fatale (Deon Taylor, 2020) e Elyse (Stella Hopkins, 2020). Nel febbraio del 2012, l’ASC (The American Society of Cinematographers) di Hollywood, la più antica associazione dei direttori della fotografia del mondo, gli ha conferito il Lifetime Achievement Award. Nello stesso anno è stato nominato componente del consiglio direttivo della Accademia del Cinema Americano AMPAS (Academy of Motion Picture Arts and Sciences). È Presidente onorario della Cineteca del Friuli, dove è stato costituito il Fondo Dante Spinotti, per salvaguardare e valorizzarne l’opera.